Quasi un miliardo di piante e fiori appassiti e distrutti in un periodo in cui per molte aziende florovivaistiche si realizza oltre il 75% del fatturato annuale. L’allarme di Coldiretti

Niente fiori e piante per le cerimonie, come battesimi, matrimoni, lauree e funerali, né per le tradizionali feste. Chiusi i mercati settimanali, i fioristi e i centri giardinaggio. Difficoltà anche per le esportazioni con i blocchi al confine e in dogana di tanti paesi, UE ed extra-UE.

Il risultato è disastroso: Coldiretti stima che sono a rischio 200 mila posti di lavoro. «Un danno gigantesco per il settore florovivaistico nazionale che vede impegnate 27 mila imprese e che fino all’esplosione dell’emergenza Coronavirus ricopriva un ruolo di leader nel mondo: nel 2019 le esportazioni hanno raggiunto 904 milioni di Euro di piante, fiori e fronde, dirette soprattutto in Francia (188 milioni di Euro), Germania (159 milioni di Euro) e Olanda (153 milioni di Euro)».

«Ammontano a un miliardo», secondo l’Associazione, «i fiori e le piante appassiti e distrutti nelle serre e nei vivai italiani in queste ultime settimane, durante le quali solitamente si realizza per molte aziende oltre il 75% del fatturato annuale. Sono crollati gli acquisti di fiori e fronde recisi, di piante in vaso e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberi e arbusti».

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